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Sulla strada che da Gozzano porta a Bolzano Novarese, in via Mario Motta esiste una lapide che ricorda il luogo dove venne appunto trucidato, la sera del 16 novembre 1944 l’ing. Mario Motta.

I fratelli Leli e Mario Motta erano tra i più attivi collaboratori dei partigiani locali: il camioncino e la barca dei Motta venivano spesso messi a disposizione dei partigiani per il trasporto di cose e persone.

L’ing. Motta, pur essendo a conoscenza del fatto che i fascisti sapevano della sua attività di collaboratore dei partigiani continuava ad operare per la causa della Libertà.

Nel novembre del 1944 Enrico Vezzalini, Capo della Provincia di Novara, ordina l’arresto del Motta, ed una squadra della Folgore procede in tal senso. Successivamente sempre il Vezzalini telefona al presidio di Gozzano dando ordine di sopprimere il Motta.

Il 16 novembre i carcerieri comunicano all’ing. Motta che è giunto l’ordine di rilasciarlo e che verrà accompagnato alla sua abitazione da una scorta. Giunti nei pressi dell’attuale lapide Mario Motta viene trucidato vilmente dal sottotenente Bianchi e da altri due militi.

Su questa vicenda è interessante conoscere anche la posizione di Indro Montanelli. A tale proposito numerose informazioni possono essere recuperate dal testo Passaggio in Svizzera di Renata Broggini – Feltrinelli Editore.  Altre informazioni sono reperibili al seguente link:

http://www.zero322.it/index.php?option=com_content&view=article&id=988:le-imprudenze-di-indro-montanelli-sul-lago-dorta&catid=73:cultura&Itemid=70